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"La Tribù di Jorit"

Jorit nome di battesimo, Agoch pseudonimo, Partenopeo e cittadino del Mondo, nasce a Napoli da padre Italiano e madre Olandese. Considerato uno dei più promettenti giovani artisti di successo della categoria della Street Art contemporanea, mostra nelle periferie di ogni parte del globo quell’incredibile padronanza tecnica dello strumento pittorico, mezzo necessario per comunicare intensi messaggi di natura sociale e di speranza per una vita in cui le contraddizioni rappresentano elementi per rafforzare le diversità di ogni essere umano.
La formazione avviene in strada, attraverso i tag tracciati sui muri del capoluogo campano, ma decide di affinare la sua tecnica pittorica laureandosi a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Napoli.
E’ poi la frequentazione nel Continente Africano della scuola d’arte Tinga Tinga di Dar es Salaam dello Stato della Tanzania il centro di riferimento per la crescita professionale dell’artista italo - olandese.  

Emarginazione, povertà, disagio sociale, difficoltà di vivere, tutela delle minoranze e dei più deboli, sono gli elementi cardine della ricerca formativa di Jorit Agoch, uno studio che con il passare degli anni gli dà la possibilità di affacciarsi sul palcoscenico internazionale della Street-Art.
Nel 2013 la sua attenzione si concentra esclusivamente sulla raffigurazione realistica del volto umano che inizia a marchiare con due strisce rosse sulle guance che, secondo l’artista, “richiamano quei rituali magici e curativi africani, in particolare la procedura della scarnificazione, rito iniziatico del passaggio dall’infanzia all’età adulta legato al momento simbolico dell’entrata dell’individuo nella tribù”.

Per Jorit si tratta dell’ingresso dei sui protagonisti nella ”Human Tribe”.

Il volto è la narrazione della storia dell’intera umanità, di quella tribù dove le differenze indicano punti in cui esplode la bellezza umana e dove lo stesso volto, anche in assenza di espressione serena, è sempre in grado di comunicare la nobiltà d’animo nonostante i soprusi della vita.

Nelle sue opere ci sono anche dei messaggi segreti e nascosti. Si, proprio quei bellissimi grandi ritratti di Diego Armando Maradona e Che Guevara, del San Gennaro di Forcella, di Niccolò, il bambino autistico al “Bronx” di San Giovanni, contengono dei messaggi lasciati da Jorit durante il dipinto. L’opera con più messaggi nascosti sembra proprio essere il grande Che Guevara realizzato su un’intera parete di un palazzo a Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio, periferia Est.

Guardandolo con attenzione c’è scritto “Ora rivoluzione” e “Tagliateci la testa col machete”. Più ricco il lato destro del murales dove si legge  “Rockstar,  Hasta Siempre – Meglio fuori che dentro schiavo – Fate l’amore non fate shopping, Gloria eterna Che, Lotta di classe,  Meglio sparare che sparire”.
 

La Tribù di Jorit non si compone solo di personaggi iconici
che hanno fatto la storia, il suo è un Melting Pot sociale e culturale in cui affianca ai rivoluzionari contemporanei l’uomo comune: Rappers, Calciatori, Attori, Ilaria Cucchi, Ahed Tamimi, e Che Guevara, ma anche Antonio, il ragazzino autistico ritratto di fianco a Maradona o Ael, bambina Rom il cui volto si erge sulla facciata di un palazzone del Rione Merola nel quartiere periferico di Ponticelli: i suoi occhioni sorridenti sono un monito alla tragedia avvenuta pochi anni prima nel campo Rom adiacente in cui persero la vita alcuni bambini per un incendio. Ael, in lingua romena “Colei che guarda il cielo”, osserva infatti Ponticelli dall’alto dei suoi venti metri, ricordando quanto è difficile vivere in quel territorio e quanto lì si combatta quotidianamente per difendere i diritti dei piu’ deboli.  
 

Fino a qualche tempo fa si sapeva poco o nulla sull’identità di Jorit, una strana ironia, dato che è il volto umano ad essere al centro di ogni sua opera.
Ma è lo stesso AGOch a far cadere il mistero dell’anonimato  durante l’inaugurazione del murales dedicato ad Ilaria Cucchi nel quartiere Arenella a Napoli, nove anni dopo la morte del fratello Stefano. In realtà, le prime immagini che ritraevano il volto del giovane artista risalgono all’ estate del 2018 quando circolarono sul web i video del suo arresto da parte della Polizia Israeliana durante la realizzazione del volto di Ahed Tamimi, diciassettenne attivista Palestinese divenuta l’emblema di una nuova intifada, sul muro che separa la Palestina dalla Cisgiordania.


“La street art come mezzo per aiutare e sostenere il recupero sociale delle Periferie”

è questo il messaggio che Jorit tiene a precisare ogni volta che gli si domanda perché proprio il “Bronx” di San Giovanni a Teduccio, Quarto, Pianura o anche Forcella, quartiere popolare nel Centro Antico di Napoli. Oggi Jorit è a Scampia, a completare gli ultimi dettagli del volto di Angela Davis, forse l'attivista afroamericana più nota al mondo per il suo impegno nel campo dei diritti civili, figura fondamentale per il movimento femminista nero degli anni Settanta. Al suo fianco, qualche settimana prima, aveva completato sulla facciata di un edificio speculare il volto di Pier Paolo Pasolini.

La Tribù di Jorit cresce sempre più,

così come la sua fama ed i suoi sostenitori. Due tra i più influenti critici nazionali, Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi hanno espresso apprezzamenti sul suo operato, ed a loro l’artista ha dedicato due dipinti. E’ lo stesso Achille Bonito Oliva a dichiarare che “Un artista, di nome Jorit Agoch, mi ha incontrato, mi ha chiesto di posare per una foto e mi sono ritrovato questo murale enorme, ben eseguito, sotto un cavalcavia che porta al Rione Traiano, dopo Fuorigrotta e lo Stadio. A Napoli, la città da cui provengo. L’artista ha ritenuto evidentemente che io dovessi divenire un’icona. Prima ero famoso, adesso ahimé sono pure popolare”.
 

Testo e foto © Claudio Menna.

© Claudio Menna 2019. All righs are reserved

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